Breve cenno storico

Noragugume, assieme ai villaggi di Macomer, Mulargia, Birori, Bortigali, Silanos, Lei, Borore, Dualchi, Sanche, Bolotana, Sangiuliano, Penna e Lorisa, apparteneva anticamente alla curatoria (territorio extragiudicale) del Marghine (Giudicato del Lugodoro).
Dopo l’estinzione della famiglia giudicale turritana, il territorio fu conteso tra i Doria e gli Arborea ed infine annesso al giudicato d’Arborea.
Dopo la morte di Mariano IV, il re d’Aragona concesse il Marghine in feudo a Valore De Ligia che, essendo il territorio ben controllato dagli Arborea, non riuscì ad entrarne in possesso; Anche dopo la pace del 1388, il Marghine rimase in possesso delle truppe giudicali finché, dopo la battaglia di Sanluri, cadde nelle mani del visconte di Narbona.
Nel 1420, il villaggio di Noragugume fu concesso in feudo a Ludovico Aragall, ma poco dopo, con il resto del territorio, passò a Bernardo Centelles.
Nel 1439, Francesco Gilaberto Centelles, cedette il Marghine a Salvatore Cubello che, nel 1463, lo incluse nel marchesato di Oristano.
Estinti i Cubello nel 1470, il feudo passò a Leonardo Alagon ma, nel 1478, il Marghine fu reso ai Centelles e definitivamente incluso nella contea di Oliva.

LO STEMMA
I simboli proposti, con il benestare dell’Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio, sono i seguenti:

  • L’albero sradicato: è l’antichissimo emblema del Giudicato d’Arborea. La prima testimonianza di esso risale al 1291 e si trova in uno stemma posto su una lapide murata sull’architrave della torre di S. Cristoforo di Oristano, fatta edificare da Mariano Il “Vicecomes de Basso, JudexArboree”.
  • L’agnello riposante: ricorda la pastorizia e, in araldica, indica la mansuetudine e la speranza.
  • La chiesa della Beata Vergine d’Itria di impianto gotico catalano risale al 1620, il culto della Madonna molto sentito dalla popolazione, iniziò probabilmente sotto la dominazione bizantina a cura di alcuni monaci che si stabilirono nel territorio vicino.

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